Ricordando don Massimo

Don Massimo BenetelloSono passati dieci anni da quel Venerdì Santo. Dieci domeniche di Resurrezione. Il tempo però non ha ingiallito il ricordo di una persona che ha lasciato il segno. Le parole di don Massimo continuano ad echeggiare nella mente, i suoi consigli, la sua testimonianza non si perdono nel vento.

Tante volte ho pensato alle esperienze vissute insieme, alle tante pagine scritte con i giovani della parrocchia della Resurrezione. Un luogo nel quale siamo cresciuti e grazie al quale abbiamo fatto delle scelte. Il sorriso di don Massimo è sempre con noi, il suo saluto “bella gioia” non ha subito l’onta del tempo che passa. C’è sempre e continuerà ad esserci.
In questi anni, grazie al mio lavoro di giornalista, ho avuto la possibilità di incontrare tante persone, ascoltare storie e vivere diverse situazioni legate al nostro caro don Massimo. La sua attività presso la Pontificia Università Salesiana porta ancora frutto. Qualche mese fa ho avuto la gioia di conoscere un suo docente, che con grande emozione mi ha descritto le doti e le capacità di un amico comune.

Angelo - in memoria di Don Massimo BenetelloMolto spesso mi vengono in mente le sue parole, i suoi consigli, le sue esortazioni. Nel ricordo e nelle vite dei tanti amici che lo hanno conosciuto vive ancora. Vive il suo esempio, la sua testimonianza, la sua capacità di analizzare le situazioni e ricondurre tutto alla fonte, Cristo. Chiunque lo abbia conosciuto non può fare a meno di ricordare il suo carattere forte, sereno, capace di grandi aperture e al tempo stesso disponibile al dialogo, anche quando appariva scomodo.

Al suo ricordo sono legate anche le nostre storie di giovani che nel perimetro della parrocchia sono cresciuti e hanno vissuto momenti di grande profondità. Nella nostra immaginazione lo vediamo così, mentre corre, in cielo: tiene in mano i suoi aquiloni. Si gira e ci guarda sorridente, con quella rumorosa risata che sapeva conquistare anche i più seri.

I colori sono vivi. Guardano la luce.
E poi c’è l’angelo che ci accoglie al nostro arrivo in parrocchia. Ci ricorda che c’è sempre chi veglia su di noi.

 

(Isabella Di Chio)

 

(Maggio 2010 – articolo pubblicato sul giornalino parrocchiale, nella ricorrenza dei 10 anni dalla morte di don Massimo Benetello).