Mi fido? Mi affido a Dio?

alba sole dioCarissimi parrocchiani,
oggi la Parola di Dio ci dà alcune chiavi di lettura per questo tempo di quaresima che viviamo nella prova dovuta a questa epidemia. ‘Maledetto l’uomo che confida in un uomo’, dice il profeta Geremia in un passo molto citato e conosciuto, invece: ‘Beato l’uomo che confida nel Signore’.

Sappiamo che la parola maledetto fosse equivalente a dire: morto. Questa profezia di Geremia è indubbiamente molto forte. Personalmente credo che per un credente essa sia l’invito ad affidarsi con piena fiducia a Dio e non solo alle forze umane. E’ quello che siamo esortati a fare anche dal nostro Papa Francesco e dal Cardinal Vicario che ieri ci ricordava dal Divino amore come in questo tempo di epidemia l’atteggiamento di noi credenti è proprio quello dell’affidamento al Signore. Inoltre la Parola ci dice che senza questo affidamento saremo maledetti, ovvero saremo come morti! Sembra una minaccia, invece questa parola ci esorta ad allargare i nostri orizzonti.

mani in preghieraCi sono persone che nella loro superbia pensano di bastare a se stesse, vedi la parabola del Vangelo e la figura del ricco epulone. La parabola ci mostra la ‘maledizione’ legata ad un modo di vivere egoistico che non riesce a vedere le necessità di chi è vicino, come il povero Lazzaro. Ma sappiamo anche che sono persone che non credono non perché chiuse in se stesse, ma perché non riescono a credere oppure non hanno avuto mai alcuno che gli spiegasse la Parola per arrivare alla fede. Per loro l’invito suonerebbe forse in modo diverso: se mi cercherete con tutto il cuore, allora mi farò trovare! Come dice del resto lo stesso profeta Geremia.

Come è importante allora che noi che abbiamo avuto il dono della fede possiamo in questo momento usarlo al meglio, mostrare l’affidamento, la fiducia in Dio. Essa infatti sarà utile per noi e anche per quelli che non riescono a credere ma hanno il cuore aperto. Papa Ratzinger ha scritto sapientemente che quando l’uomo non parlerà più di Dio, semplicemente non ci sarà più l’uomo.

Questa situazione così spiazzante dell’epidemia del coronavirus, contiene un appello a tutti: a noi credenti per primi, perché la nostra fede possa continuare a sostenere noi e anche coloro che, pur non credendo, guardano a noi e si lasciano interrogare dall’atteggiamento di fede. E ancora è un appello per tutti per guardare a chi è più povero di noi e ci sta vicino, come Lazzaro. La presenza del più povero è l’occasione perché il cuore non si chiuda, ma anzi attraverso il suo grido di dolore, ogni cuore umano possa aprirsi alla Parola di Dio fino a credere in Colui che è risuscitato dai morti, Gesù Cristo!

Dunque questo tempo di quaresima chiediamoci: mi fido, mi affido a Dio? Come lo faccio concretamente?

Che il Signore ci benedica,

✎ don Dario