L’occasione di una nuova partenza

vigna del signoreConfesso di averlo pensato anch’io in diverse occasioni.
Cosa? Quello che Gesù ha detto ai sacerdoti del suo tempo e agli anziani del popolo: “vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato ad un popolo che ne produca frutti“. Era proprio nell’occasione dell’ordinazione sacerdotale di un carissimo giovane cinese. Vedere la gioia dei suoi amici cinesi, gli ordini di suore giovani che erano piene di gioia e commozione, le insegne della loro Madonna con le scritte in cinese sottostanti. Pensavo anch’io a quelle parole di Gesù, parole che hanno la durezza e la lungimiranza della profezia: sarà dato ad un altro popolo che produca i frutti.

Talvolta vedere come il nostro modo di vivere il cristianesimo sia spento, senza vitalità, fa pensare se verrà un altro popolo, che con entusiasmo lo accolga. “Nella nostra famiglia, se uno di noi viene catturato dalla polizia o se è stato ucciso perché cristiano, è considerato un privilegio”, diceva un giovane straniero di un paese dove non si può professare la fede cristiana con facilità. Come sono diverse queste parole dal nostro trascinarci stanchi per andare a Messa o alla preghiera.

vignaNeanche noi preti siamo esenti da questa stanchezza. In questi drammatici giorni ci viene tolto tanto della nostra vita cristiana, le Messe comunitarie, l’apertura della Chiesa, il catechismo, gli incontri, le processioni…i motivi sono comprensibili. Massima collaborazione per vincere il male invisibile. Ma anche tanta riflessione su questo silenzio “forzato”, su ciò che prima vivevamo e che ora ci appare ancora più bello di prima. Sento tanti parrocchiani addolorati per non poter più partecipare alle funzioni religiose. Erano tutte manifestazioni del Regno, il Regno che ci è affidato dalla bontà del Padrone della vigna. Si è stancato di noi, forse questo amato Padre? Non credo. Solo, come ogni persona che ama, vorrebbe essere riamato di più.

Questa sospensione della vita di fede può essere l’occasione di una nuova partenza. Dio, insegna la prima lettura, può trasformare anche una storia di peccato e tradimento come quella dei figli di Giacobbe che vendono il loro fratello Giuseppe. L’essere venduto come schiavo non impedirà a Giuseppe, uomo dei sogni, di sognare, né a Dio di scrivere la sua storia di salvezza. La parabola degli operai che uccidono il Figlio del Padrone, ci aiuta allora a fare un esame di coscienza sul nostro modo di vivere la vita cristiana, la vigna bella che Dio ha piantato nel nostro paese e anche nel nostro quartiere.

Forse noi stessi potremo essere un popolo rinnovato quando, alla fine di questo tempo di crisi, potremo di nuovo celebrare come comunità. Forse aver sentito l’immenso dolore di non poterci più ritrovare nella celebrazione comune intorno al nostro Signore, ci aiuterà ad amare di più quello che siamo e la grazia che abbiamo ad essere chiamati discepoli del Signore.

Che Dio ci benedica tutti!

✎ don Dario