Dare compimento

dare compimentoIl vangelo di oggi è una dichiarazione programmatica di Gesù fatta dopo aver parlato delle Beatitudini nel discorso della Montagna. Sembrerebbe che il suo insegnamento renda quello precedente vecchio, in realtà Gesù è venuto a compiere qualcosa che era già nella legge. Gesù interpreterà in modo radicale la legge di Mosè, e questa nuova legge è il nostro Vangelo, non solo parola scritta, ma la stessa vita di Gesù. Il Vangelo compie in modo estremo tutto ciò che c’è nel cuore dell’uomo e il suo essere fatto per amare fino in fondo Dio e il prossimo. Potremo allora dire che chi vive e insegna il Vangelo sarà grande nel regno dei cieli, ma chi non lo vive, anche nei dettagli, allora sarà considerato minimo nel regno dei Cieli.

Mi rimase impresso, ancora non ero entrato in seminario, un giovane sacerdote che durante un dibattito sulla figura del prete nel tempo di oggi, condotto da Enzo Zavoli, intervenne dicendo con forza: “Non dimentichiamo che il prete si gioca tutto sul Vangelo!“. Una frase che mi colpì molto e che in realtà vale per ogni cristiano. In quella trasmissione la domanda su cui ragionare era se valeva la pena che esistessero ancora i preti. Oggi il mondo sembra porre a tutti noi una domanda simile e insidiosa: vale la pena che ci siano i cristiani?

sale della terra luce del mondoSe i cristiani sono persone che si giocano tutto sul Vangelo la risposta è certamente sì. Ed essi sono il sale della terra e la luce del mondo! Ma se, come ci accade talvolta, la nostra vita non dice nulla di nuovo perché si perde con quella di tutti gli altri uomini allora la risposta è: no. Gesù dice che non passerà un piccolo segno della scrittura della legge (iota è un piccolo segno nell’alfabeto ebraico) che non si compia. Ogni volta che la Chiesa, nel corso dei secoli, è tornata alle sue origini, al Vangelo, è sempre ripartita più purificata e più forte. Ogni volta che anche noi ritorniamo alla radice evangelica della nostra fede, ne usciamo rafforzati e più gioiosi. Un invito, in questa seconda settimana di Quaresima, perché anche noi ci decidiamo per una sequela autentica del Vangelo, che ahimè, non è quella che viviamo sempre.

Tanti piccoli trattini del Vangelo saltano nella mia vita quotidiana di prete. Molte cose ora, a causa della situazione di pandemia, ci sono tolte, ma non la possibilità di vivere secondo il Vangelo. Ci conceda il Signore almeno il desiderio di viverlo fino in fondo, sine glossa, senza aggiustamenti, come voleva viverlo S. Francesco di Assisi. Allora daremo compimento al nostro essere cristiani.

 

✎ don Dario