Un cuor solo, un’anima sola

Un cuor solo, un’anima sola“La moltitudine di coloro che erano diventati credenti aveva un cuore solo e un’anima sola” (Atti 4,32). È questa una delle presentazioni più belle e suggestive della prima comunità cristiana, a cui fa seguito il fatto che nessuno era bisognoso perché tutto era fra loro comune.

Un’unità che non è da confondere con la uniformità o con la compattezza che può avere un esercito militare. L’unione dei cristiani non deriva da forme esterne o solo da ideali condivisi. È qualcosa di molto più profondo. Essa nasce da uomini il cui cuore è stato rinnovato dall’alto, per usare le parole che usa Gesù nel dialogo con Nicodemo. L’unione dei cristiani nasce dalla relazione di ciascuno con il Signore Risorto, nasce dalla Resurrezione. E infatti essa è legata alla testimonianza degli Apostoli sulla Resurrezione. È dunque un frutto di essa.

comunitàUna delle prime cose che ci insegnavano in seminario, quando vivevamo i primi passi come responsabili di un gruppo, era che se il gruppo fosse stato fondato solo su interessi umani o su doti del responsabile o dei partecipanti, prima o poi sarebbe andato in fumo. E in effetti è così. La tentazione in cui spesso cadiamo è quella di basare la nostra unità su cose ‘della terra’ e non su cose ‘del cielo’. E questo rende vano prima o poi lo stare insieme. Occorre che tutti abbiamo lo sguardo rivolto verso Gesù che ha dato se stesso per noi fino ad essere innalzato sulla croce perché l’unione dei cristiani possa essere quella di un cuore solo e un anima sola.

San Benedetto, in una società distrutta dalle invasioni barbariche, mostrò nella sua epoca che la via della vita in comune poteva essere la luce del futuro. Forse oggi più che mai noi cristiani possiamo ritrovarci in questo dono del Risorto e offrire la nostra testimonianza che una vita così sia possibile.

✎ don Dario