Sarà innalzato

sguardo al crocifissoIl popolo di Israele morso da serpenti velenosi venuti a causa della loro ribellione cercavano invano come salvarsi.

Dio dice a Mosè di farsi un serpente e metterlo su un bastone. Chi lo avesse guardato sarebbe guarito. Un’immagine della salvezza che viene dal libro dei Numeri. Un’immagine con la quale Gesù parla di sé stesso. Sarà lui innalzato sulla croce e quanti guarderanno a Lui trafitto guariranno. Ma ancora più arditamente Gesù identifica sé stesso con il Dio vivente, il Dio di Mosè che nel roveto ardente si è rivelato come Colui che È. L’innalzamento di Gesù sulla terribile croce rivela all’uomo tutto il suo peccato, il suo voler vivere senza Dio, fino a volerlo uccidere; e allo stesso tempo rivela che solo riconoscendo questo peccato e conoscendo chi è il Cristo Crocifisso, è possibile essere liberati dai propri peccati.

Il peccato che non vedono i farisei è proprio quello di non avere fede. Infatti parlano di Dio ma non lo conoscono. Cosa che avviene così spesso. Guardando il Cristo sofferente si capisce il proprio peccato e si comprende l’offerta di amore con il quale siamo perdonati. E fino a che lo sguardo non si alza verso la Croce l’uomo cerca e guarda nel vuoto. Ecco perché in quaresima è così importante nella liturgia il volgersi al Crocifisso, la Via Crucis, il Bacio della Croce il venerdì Santo.

Il Papa prega davanti al Crocifisso di San Marcello al CorsoViene alla mente l’immagine intensissima di Papa Francesco che a nome della umanità intera si è fermato sotto la pioggia a guardare e pregare il Crocifisso che liberò Roma dalla peste. Il Papa è venuto a chiedere perdono per l’umanità e riportare al Dio vivente lo sguardo di ogni uomo. Anche noi in quaresima non possiamo che riguardare con profondo amore e riconoscenza il volto di Colui che muore per noi. Scrive Edith Stein, la filosofa ebrea prima atea e poi divenuta monaca carmelitana, morta ad Auschwitz: “La Croce non è fine a sé stessa. Essa si staglia in alto e fa da richiamo verso l’alto. Non è soltanto un’insegna, è anche l’arma potente di Cristo, il simbolo trionfale con cui Egli batte alla porta del cielo e la spalanca”.

Che il Signore ci conceda di innalzare a Lui il nostro sguardo.

✎ don Dario