lavoroCelebriamo oggi la festa di S. Giuseppe lavoratore. La Chiesa sottolinea come San Giuseppe sia stato un autentico lavoratore e sicuramente avrà insegnato anche a Gesù il suo mestiere. Nella concezione ebraica l’uomo con le sue opere e con il suo lavoro collabora con l’opera del Creatore. Anche la Chiesa nel Concilio Vaticano II dice: Quando gli uomini e le donne per procurare il sostentamento a sé e alla famiglia, esercitano il proprio lavoro così da servire la società, possono giustamente pensare che con la loro attività prolungano l’opera del Creatore, provvedono al benessere dei fratelli e danno il loro contributo al disegno divino nella storia. Un’alta concezione del lavoro dunque, lavoro che è un bene necessario all’uomo. Giovanni Paolo II aggiunge anche come lo scopo del lavoro sia quello della crescita della dignità e della comunione umana!

san giuseppe lavoratoreGesù nel Vangelo dice che chi mangia del suo corpo, chi entra in comunione con Lui vivrà anche per Lui. Penso siano parole magnifiche perché ci danno il senso di tutto quello che un cristiano possa fare: vivere per il Signore, così come Lui è vissuto per noi. Questo significa che anche le attività umane non sono fine a sé stesse ma hanno come fine il vivere per Lui. Vivere per Lui significa entrare in una vita data come dono di sé al Padre e ai fratelli. Anche il lavoro dovrebbe essere così, un’espressione del dono di sé, un’espressione concreta che la vita ci è data per amare Dio in Cristo Signore e il fratello che abbiamo accanto. Sappiamo però come la realtà sia molto diversa e il lavoro sia purtroppo assecondato al tema del profitto e della crescita, che sono solo aspetti economici della questione lavoro.

Chiediamoci anche noi quale senso diamo al nostro lavoro e alla nostra fatica. Se dietro quello che ci muove mettiamo amore a Dio e ai fratelli il nostro lavoro sarà più bello indipendentemente da quello che facciamo.

✎ don Dario